Hikayat Seri Rama: un breve studio comparato sull’Islamizzazione
Malese del Ramayana
La storia della vita di Rama è interessante ed avvincente non
solamente per gli Indù, ma anche per i fedeli d’altre religioni che ne sono influenzati.
È stato giustamente affermato da Brahma (l’Abramo dell’Islam, la pace sia su di
Lui) nel Valmiki Ramayana, la più vecchia versione del Ramayana: “finché le montagne ed i fiumi esisteranno
sulla terra, la storia di Rama sarà predicata in tutto il mondo”.
Per questo motivo, il Ramayana del saggio Valmiki è l’unica e
potente creazione letteraria che ha avuto un’evoluzione affascinante,
trasformandosi nel tempo e nei popoli. Il Ramayana ha cambiato forma, contenuto
e spirito da lingua a lingua e da paese a paese; a volte, persino nella stessa
lingua ha riflettuto differenti approcci culturali attraverso fertili
immaginazioni. Questo è certamente vero per le innumerevoli versioni del
Ramayana in Sanscrito, per i Ramayana Giainisti e Buddisti, e per i suoi
adattamenti nelle versioni Islamiche.
Lo scopo di questo documento è di presentare un breve studio
comparato tra la versione Indiana e un Ramayana Malese, la Hikayat Seri Rama.
Alcuni degli aspetti della discussione tratteranno i valori e gli ideali
Induisti e Islamici trasmessi nei due poemi epici, gli stili con i quali sono
stati scritti, ed infine, alcuni casi ed i punti in cui la versione Indiana del
Ramayana è stata Malesizzata. In generale, le fonti Malesi sono utilizzate in
questo studio con l’ausilio di traduzioni. Il Ramayana di Valmiki ha plasmato
ed inspirato profondamente la tradizione letteraria classica delle culture con
le quali ha interagito. La diffusione di questo poema epico Indù, puro nel suo
implicito significato, non avvenne solamente in tutta l’India multiculturale,
la sua patria, ma si propagò parallelamente all’Induismo e al Buddismo in una
vasta parte del Sud Est Asiatico.
Ciononostante, il Ramayana si diffuse subendo un processo
d’acculturazione, e si assimilò ai popoli e alle culture che l’accolsero come
parte integrante della loro letteratura classica. Alcuni assegnarono un nome
nuovo al poema epico, altri lo alterarono totalmente, e modificandogli la trama
lo vivificarono ulteriormente. In questo modo, ricevette l’approvazione dei
loro valori culturali.
In Thailandia, questo poema epico risalente nella sua forma
scritta al 18° secolo, è chiamato “Ramakian” o “Ramakrti”, e Rama è presentato
in tratti Siamesi. Le versioni Birmana e Khmer del Ramayana sono chiamate
“Rama-ya-kan” e “Reamker” rispettivamente, ed entrambe furono influenzate in
larga misura dal Buddismo. (Abadi, 1979, pag. 30).
Il mondo Malese aveva condiviso questa tradizione antica fin dal
primo secolo d.C. Il popolo Malese, come il Dott. William Fredericks dell’Università
dell’Ohio ritiene, “adotta la filosofia in voga”, vale a dire l’Induismo e il
Buddismo, sostituendo, o piuttosto migliorando il codice d’etica morale
animista conservato fino a quel momento.
È in questo periodo, probabilmente, che i poemi epici Indiani,
il Ramayana e il Mahabharata furono lentamente incorporati nella tradizione
letteraria Malese. Sebbene la versione del Ramayana tradotta in quel tempo non
proveniva da Valmiki (la versione standard), ma si trattava di una variante
dell’India Meridionale, questo poema epico subì inevitabilmente un processo
d’acculturazione.
La letteratura classica Malese, o la “hikayat Melayu tua”,
infatti, è stata notevolmente influenzata ed inspirata dal Mahabharata di Vyasa
e dal Ramayana di Valmiki. (Abadi, 1979, pag. 23) È in questo periodo
dell’Induismo che avvenne la Malesizzazione dei poemi epici Indiani, in
particolare di queste due grandi opere letterarie.
Il Mahabharata fu adottato e modificato per essere intitolato
“Hikayat Pandawa Lima” (l’epopea dei cinque Pandava) o “Hikayat Pandawa Jaya”,
mentre il Ramayana fu cambiato per essere chiamato “Hikayat Seri Rama”
(L’epopea di Sri Rama). Il tema centrale di quest’articolo è la Malesizzazione
del Ramayana, le sue differenze con la versione Indiana, ed in particolare,
“l’Islamizzazione” del poema epico dopo che la nuova religione modificò i
valori dell’era Induista Malese.
È stato accennato che esistono varie differenze tra la “Hikayat
Seri Rama” e la versione Indiana presa a modello per il Ramayana Malese.
Questa Hikayat conteneva gli elementi Induisti dell’India
meridionale, settentrionale e orientale. A Giava, le tracce di quest’epopea
furono trovate nel tempio di Lara Jonggrang in Prambanan. Nell’anno 925 d. C.
circa, Yogiswara tradusse il poema epico in Giavanese classico. Tale versione
non era popolare poiché questa stessa lingua non era più usata. Poi, giunsero
altre versioni della Hikayat, per esempio il “Serat Rama” e il “Rama Kling.” Da
queste versioni nacque l’arte drammatica. Le versioni Malesi pubblicate da
Roorda Van Eysinga, Shellabear e Maxwell, si relazionano alle versioni
drammatiche menzionate. (Abadi, pag. 61)
Quest’articolo analizza i modelli del Ramayana Malese di
Shellabear e di Maxwell per compararsi alla Hikayat Seri Rama. La versione di W.E.
Maxwell, redatta alla fine del diciannovesimo secolo, fu estrapolata, raccolta
e trascritta dal Ramayana orale di un cantastorie famoso di romanzi popolari,
Mir Hassan. Questo testo rivela la chiara origine Induista della Hikayat, la
quale s’ispira alla terminologia Malese appartenente alla sua tradizione
popolare.
La versione di Shellabear, per contro, è diversa dalla
narrazione dedotta di cui sopra, mentre la letteratura e la trama di
quest’adattamento si avvicinano al poema epico Indiano originale. (Ahmad, 1981,
pag. 113) Per la versione Indiana, d’altra parte, i riferimenti saranno
effettuati sulla rivisitazione del Valmiki Ramayana di William S. Buck perché,
come ha osservato nella sua “Introduzione” B.A. Van Nooten, l’autore ha
catturato la nota più rilevante della storia di Rama dettagliandola in modo
variegato: “Egli ha agguantato la più importante caratteristica del Ramayana ed
il semplice tono religioso che pervade il testo originale Indiano.” (Buck,
1976, pag. XXII)
Da questo momento, la nostra dissertazione riguarderà la
Malesizzazione/Islamizzazione del gran poema epico Indiano, riferendosi ad
alcuni dei principali elementi della versione Malese citata. Perché avvenne la
Malesizzazione del Ramayana? La risposta coinvolge l’Islamizzazione della
popolazione, la cui fede si radicò ben più profondamente delle precedenti
religioni.
L'Islam è giunto in questa regione tra il 13° e il 14° secolo
cambiando il sistema di valori del popolo Malese. Portato da commercianti
Indiani e Persiani, questo “rinnovato ordine morale” non ha solo introdotto una
“nuova religione”, ma ha presentato i valori culturali Islamici Persiani e
Indiani ai Malesi.
I Malesi, molto ricettivi nei confronti della natura e abituati
ad essa, assimilarono col tempo le idee e i valori stranieri nella loro
esistenza. Le virtù Islamiche non potevano, però, erodere completamente la
pregiata cultura Malese del periodo pre-Islamico. Così, i valori Induisti e
Buddisti si adeguarono all’Islam, mentre molte parole Sanscrite si
conservarono.
Per esempio, nella lingua Malese l’uso di parole Sanscrite come
“puasa” (digiuno), “neraka”, (inferno), “syurga” (paradiso o cielo) e “agama”
(religione) spiega i concetti devozionali Islamici e le pratiche religiose
della sua popolazione. Forse, il maggiore contributo dato dalla civiltà
Islamica alla Malesia è la scrittura Araba, nota come “calligrafia Jawi.”
Pressoché senza eccezioni, la letteratura Malese classica
compresa l’Induista, fu scritta all’inizio in questa forma di scrittura. La
versione Malese del Ramayana, la “Hikayat Seri Rama” fu redatta in “caratteri
Jawi.” Si potrebbe dire, quindi, che la letteratura classica Malese pervenutaci
in manoscritti, proviene in maniera considerevole dal periodo Islamico. (Ahmad,
1981, pag. 110)
La popolarità del Ramayana e d’altri poemi epici Indù, al
momento dell’arrivo dell’Islam, preoccuparono indubbiamente i predicatori
Musulmani del tempo. Infatti, un’ordinanza religiosa compilata da uno studioso
Musulmano del Gujarat (India) in servizio presso il Sultanato di Aceh nella
prima metà del diciassettesimo secolo, condannò la lettura della “Hikayat Seri
Rama” dichiarandola inadeguata per i seguaci dell’Islam. Sir Richard Winstedt,
un critico della letteratura classica Malese dimostrò che il primo compito dei
predicatori Musulmani era di sostituire gli eroi dell’epica Indiana con i
guerrieri Musulmani. (Ahmad, 1981, pag.110)
L’espansione Islamica in questa regione fu così intensa che
dell’Induismo si conservarono solamente alcune usanze sociali: matrimonio,
nascita e cerimonie funebri. Di tanto in tanto, le credenze Indù furono
sostituite dai costumi caratteristici dell’Islam. È detto in un altro poema
epico classico Malese, la “Hikayat Merong Mahawangsa”, che gli idoli Indù
furono occasionalmente distrutti. L’Induismo, quindi, divenne molto debole.
Questa situazione è proseguita durante lo sviluppo della
letteratura Malese; infatti, gli elementi Induisti del Ramayana e del
Mahabharata che glorificavano Vishnu, Shiva, Brahma ed altre divinità, furono
rimpiazzati dal concetto Islamico dell’Essere Supremo. (Hamid, 1974, pag.
77-78)
Per illustrare il punto di cui sopra, confronteremo alcuni
passaggi del poema epico Indiano (rivisitato da William S. Buck) con
l’esemplare della “Hikayat Seri Rama” di Shellabear. Questi passaggi si
occupano dell’ascesa al potere del Re Rakshasa
Ravana, il demone nemico del dio Rama che conquistò i poteri incredibili in
grado di dominare anche gli dei!
Bisogna sapere che alla fine d’ogni millennio, Ravana tagliava
in sacrificio una sua testa. Nove delle sue teste erano già state mozzate.
Mancava un giorno per recidere l’ultima. Quel giorno stava passando. Diecimila
anni erano passati e la vita di Ravana stava concludendosi.
Ravana teneva il coltello alla sua gola, quando Brahma apparve e
disse: “Fermati! Chiedimi un favore subito!”
“Sono felice di accontentarti”disse Ravana.
“Accontentami!” disse Brahma. “La tua determinazione è
terribile, troppo forte per essere trascurata, è una brutta malattia che devo trattare.
Le tue ambizioni mi feriscono. Chiedi!”
“Possa io esser indicibile e mai sconfitto dagli dei o da un
qualsiasi cielo, dai diavoli Infernali o Asura o spiriti demoniaci, dai
serpenti dell’oltretomba o Yaksha o Rakshasa”.
“È permesso!” disse Brahma frettolosamente. Restituì a Ravana le
sue teste bruciate che guardavano meglio di prima. Si colorarono di rosa vivo
dalle ceneri e si fissarono sui colli di Ravana. Ravana sorrise e allisciò in
basso i suoi baffi neri.
Brahma disse a Vibhishana (fratello minore del demone Ravana),
“Chiedi!”
“Possa non dimenticare mai il mio Dharma in pericolo o in
piacere, in tutta comodità o in distrazione”.
Brahma disse, “Sì; sarai immortale sulla Terra, esente da morte
o da oblio; la mia verità non conosce deviazione”.
(Ramayana, Buck, 1976, pag. 23)
In questa versione Indiana, il Signor Brahma, il Creatore, è
Colui che si avvicina al Re Ravana. Nella versione Malese, è un uomo di mezza
età che si occupa dei desideri di Ravana, è il Profeta Adamo (ع), il primo
uomo sulla Terra.
“Ogni nazione ha avuto il suo Profeta” (Corano, 10: 47)
Con la benedizione e il potere d’Allah, il Profeta Adamo (ع)
discese dal cielo sulla terra per un determinato tempo. Una volta, all’alba, il
Profeta (ع) camminava sulla Terra quando incontrò Ravana che meditava a
testa in giù. Il Profeta, la pace sia su di Lui, domandò:
“O Ravana, perché fai questo? Da quanto tempo ti trovi in questa
posizione?”
Ravana rispose: “O Profeta (ع) di Allah Misericordioso. Sono stato così
per dodici anni.” Adamo (ع) allora disse: “O Ravana, quale supplica rivolgi ad Allah
agendo in tal modo?” Ravana rispose: “O Mio Signore, O Profeta (ع) di
Allah, se potessi intercedere presso Allah per un mio desiderio, ne proclamerei
la sua natura.” Il Profeta Adamo (ع) allora replicò: “O Ravana, dimmi qual è
il tuo desiderio”. (Shellabear, 1964, pag. 3) Ravana svelò al Profeta (ع) il
desiderio di ottenere i quattro regni: la terra, il cielo, l’oltretomba e i
mari. Il Profeta (ع) allora replicò a Ravana:
“Da questo momento, devi promettermi, che quando commetterai dei
peccati o degli atti riprovevoli o i tuoi sottoposti compiranno simili azioni,
invocherai la protezione di Dio, non giudicherai, ed accetterai la collera del
tuo Signor Allah. Ritengo che accetti questa promessa. In questo modo,
presenterei ad Allah per i tuoi umili auspici.” (Shellabear, 1964, pag. 2) I
suddetti passaggi evidenziano le seguenti differenze:
(1) Il concetto del Creatore Brahma nel Valmiki Ramayana è
rimpiazzato dal Profeta Adamo (ع), il quale si avvicinò a Ravana.
(2) Nel Valmiki Ramayana,
Brahma, il Dio Creatore, è rappresentato debole e minacciato dagli atti
meditativi di Ravana.
“Accontentami!” disse
Brahma. “La tua determinazione è terribile, troppo forte per essere trascurata,
è una brutta malattia che devo trattare. Le tue ambizioni mi feriscono.
Chiedi!” (Buck, 1976, pag. 23)
Nella “Hikayat Seri Rama”, appena Ravana ascese al potere,
chiese al Supremo Allah di concedergli i quattro regni. Il suo desiderio non
poteva giungere direttamente ad Allah, piuttosto, al Profeta Adamo (ع) fu
affidato il compito di trasmettere il suo desiderio. Il concetto del Creatore
Supremo, quindi, tra Brahma e Allah si differenzia, la supremazia di Brahma è
scossa dall'atto meditativo di Ravana, e perciò, Brahma accorda qualsiasi cosa
al Rakshasa che voleva salvarsi.
D’altra parte, l'Islam non vede la potenza e la forza del
Supremo Essere. Allah non è ritratto come Brahma da nessuna parte. Il Dio Indù
è diviso in tre divinità: (1) Brahma, il Creatore, (2) Vishnu, il Preservatore
e (3) Shiva, il Distruttore.
Questa concezione condusse all’idolatria e al culto delle
immagini di queste divinità. (Akhbar, 1983, pag. 52) Il concetto del Dio
Islamico è tale che, Allah è “Uno e indivisibile”. Egli non è nato da nessuno e
non ha generato nessuno, e nessuno partecipa alla sua autorità, Egli è il
Creatore, Colui che provvede e il Sostentatore di tutto l’Universo, ha la piena
sovranità su ogni cosa che può distruggere e ricreare. (Akhbar, 1983, pag. 71)
Pertanto, i passaggi e commenti di cui sopra hanno mostrato la
differenza del pensiero Divino in entrambi i poemi epici; tra l’originale Indù
ed il conseguente Hikayat Seri Rama, la cui impronta è tipicamente Islamica. La
differenza principale tra i due poemi risiede nel modo in cui sono scritti. Il
Ramayana Sanscrito originale è in poesia, mentre la versione Malese è in prosa.
In Giava, esiste una versione diversa del Ramayana, mentre il
Mahabharata in poesia è denominato “Kakawin”; si tratta di un adattamento
Giavanese alla poesia Sanscrita. È probabile che la differenza tra la versione
Malese e la Giavanese dipenda dall’influenza Induista che fu notevolmente
inferiore sul Malese.
I Malesi, quindi, non adattarono la loro epica alla forma
poetica Sanscrita. Inoltre, l’esistente poesia Malese, il “pantun”, non era utilizzabile per raccontare storie e, di
conseguenza, la natura dell’epica Indiana non si adattava al “pantun” Malese. Il “syair”, la poesia melodica non era ancora nota prima che l’Islam
giungesse dalla Persia (Hamid, 1974, pag. 58-59). Le “Hikayat Seri Rama”
pubblicate da Maxwell e da Shellabear erano in prosa.
Le due principali differenze esistenti tra la versione Indiana
del Ramayana e la Hikayat Seri Rama riguardano la rappresentazione concettuale
del Creatore e la forma scritta, in poesia nel Ramayana e in prosa nella
Hikayat.
Gli ultimi aspetti di quest’analisi comparata sono la
caratterizzazione, gli eventi ed il tema in entrambe le opere letterarie.
Certamente tra le due versioni Malesi, l’adattamento preso in
considerazione da Maxwell ed estratto dalla narrativa di Mir Hassan, è molto
Malesizzata e Islamizzata; le varie trame e le leggende sono Musulmane, per non
citare i nomi cambiati e modificati dei personaggi, i quali furono aggiunti alla
versione Indiana per adattarlo allo stile del romanzo popolare Malese. In
questa versione folclorica tradizionale, sorprendentemente, l’eroe principale
non è più Rama, ma è il figlio di Rama che si manifesta nella forma di una
scimmia. È molto simile al Serat Kanda (uno dei Ramayana Indonesiani) avendo
poche affinità col Valmiki Ramayana. Invece, nella versione di Shellabear si
conserva ancora l’eroe Rama.
Senza dubbio, si tratta della potente scimmia guerriero Hanuman.
Espulso dal padre (Rama) per il suo aspetto ripugnante, Hanuman divenne un
vagabondo. Le sue avventure, tuttavia, includono le trame presenti nel Ramayana
Indiano; per esempio, Hanuman aiutò il dio Rama a liberare la sua consorte,
Sita, dal Re Rakshasa Ravana. È
citato anche l’incendio del palazzo del Re Rakshasha.
Le trame, però, in questa versione furono presentate in un modo
appropriato per i romanzi popolari Malesi. Per esempio, in un’avventura l’eroe
Hanuman incontra una principessa che sposa dopo aver assunto la forma umana.
Hanuman, in seguito divenne un Re, e come nei tipici romanzi tradizionali
Malesi, visse felice e contento.
I nomi dei personaggi in questo romanzo sono combinazioni
desunte da varie tradizioni letterarie. L’espressione locale Malese “Tuan
Puteri Sekuntum Bunga” indica Sita; mentre l’appellativo “Shah Numan” che
designa Hanuman ha evidentemente una natura Persiana. Tuttavia, le parole “Seri
Rama”, “Ravana” e “Raja Laksamana” sono sicuramente attinte dal Ramayana. I
nomi dei luoghi come “Negeri Tanjung Bunga” sono locali, o traduzioni corrotte
come nel caso di “Kachapuri” per “Langkapuri”. Maxwell ritiene che Kachapuri
sia Kanchipuran, il sito storico e monumentale dell'India meridionale. Inoltre,
suggerisce che Kachchi è presente nella letteratura Tamil.
L’impostazione della Hikayat è sicuramente Malese. Il Re Seri
Rama risiede in un Palazzo Malese, una “istana” con un giardino d’alberi di
mango. Gli alberi di cocco che sono familiari ai Malesi, sono coltivati attorno
al palazzo di Ravana. Probabilmente, l’intenzione dei cantastorie tradizionali
era di narrare agli ascoltatori le grandiosità e la potenza terrena dei Re; al
contrario, si manifestò l’immagine serena e semplice dell’ambiente locale.
In questo testo, al matrimonio reale presenziano i dignitari
religiosi locali, i “lebais” (insegnanti) e gli “haji”. Si trova anche un
anacronistico uso delle armi da fuoco e della bandiera bianca per indicare la
resa in battaglia. Questi elementi, evidentemente, furono aggiunti di volta in
volta all’epica, perché la ricerca dimostra che questi simboli non si trovarono
mai nel “Weltanschauung” Malese prima del diciottesimo o diciannovesimo secolo.
Questo romanzo popolare che si è forgiato combinando elementi
indigeni e stranieri, è diventato un inestimabile bene letterario dei Malesi.
(Ahmad, 1981, pp. 113-114) Quindi, com’è già stato accennato, la versione di
Shellabear della Hikayat non subì le notevoli modificazioni del Ramayana di
Maxwell, detto anche “Cerita Seri Rama”.
Le differenze si riscontrano nelle lievi modifiche apportate ai
nomi dei personaggi principali: Rama fu chiamato Seri Rama e Sita divenne Sita
Devi. In un altro esempio, la cerimonia matrimoniale di Rama con Sita
nell’opera Indiana è descritta solennemente, mentre il testo Malese non le
presta molto risalto. Ciononostante, la Hikayat ha senza dubbio un sapore
Islamico, giacché è menzionato il Profeta Adamo (ع) e l’Essere Supremo Allah che
sostituiscono i tratti caratteristici Induisti.
Con la venuta del Valmiki Ramayana nel mondo Malese, la sua
epica si modificò di volta in volta per soddisfare la filosofia Islamica e la
cultura popolare; così, la Malesizzazione e l’Islamizzazione del poema epico
divennero sinonimi.
L’acculturazione del poema epico si trova in entrambi i testi delle
Hikayat menzionate; si tratta dello stile in cui le opere sono scritte: in
poesia Sanscrita nella versione Indiana, in prosa nell’adattamento Malese. La
Hikayat di Maxwell mostra estesamente l’entità della Malesizzazione del
Ramayana.
Questa relazione, certamente, non analizza in modo esauriente le
differenze tra il gran poema epico Indiano e le versioni Malesi, poiché è
impossibile considerare i molti aspetti e gli ambiti d’applicazione coinvolti.
Per non parlare poi dei numerosi Ramayana esistenti in India e
in Malesia; quest’esposizione si occupa solamente delle Hikayat di Maxwell e di
Shellabear, ma rileva che la prima è più Malesizzata della seconda.
In conclusione, ad un certo punto della storia e della civiltà
Malese, ci fu un periodo Induista che con altre civiltà straniere plasmò la
tradizione letteraria e popolare di questa regione. Questo periodo ha
innegabilmente giocato un ruolo indicativo nel processo di cui sopra.
Non solo il Ramayana e il Mahabharata sono stati adottati dalla
letteratura classica Malese, ma in seguito ispirarono altri due classici della
letteratura Malese, il Sejarah Melayu e la Hikayat Hang Tuah.
In quest’ultimo, il protagonista, Hang Tuah, è un idolo e un
archetipo della classe guerriera appartenente al glorioso Sultanato di Malacca.
In uno degli episodi dell’epica, è narrato che da bambino giocando a duello con
i suoi amici d’infanzia, qualcuno fra loro esclamò: “Ecco, Laksamana, il mio
nemico!” (Hamid, 1974, p. 61)
“Laksamana” non è altro che il fratellastro di Rama; così,
l’eminente guerriero Malese dopo scelse questo nome per glorificare la classe
dei marinai guerrieri Malesi. È degno di nota che fino ad oggi, il popolo
Malese onora con questo termine l’esponente più elevato della marina militare
Malese. L’influenza
del Ramayana è perenne!
Bibliografia
1.
Azly Rahman, enculturalization of the ramayana and the mahabharata, “The
Ramayana and the Hikayat Seri Rama: A Brief Analysis of Some Comparative
Aspects.”
2.
Ahmad, Jamilah Haji, Kumpulan Esei Sastera Melayu Lama. Kuala Lumpur: Dewan
Bahasa dan Pustaka, 1981.
3. Abadi, Drs.
Jihaty; Rahman, Azran; Abdulhamid, Amida, Sari Sejarah Kesusasteraan
Melayu-Indonesia. Kuala Lumpur: Adabi, 1979.
4. Hamid, Drs.
A. Bakar, Diskusi Sastera Jilid 1: Sastera Tradisi. Kuala Lumpur: Dewan Bahasa
dan Pustaka, 1974.
5. Akbar,
‘Ali, God and Man: The Holy Quran and Modern Science. Petaling Jaya: Maricans,
1983.
6. Shellabear,
Rev. W.G, ed, Hikayat Seri Rama. Singapore: Malaysia Publishing House Ltd,
1964. 6. Buck, William, retold, Ramayana. Ontario: New American Library, 1978.