I SUFI E LE CAUSE DELLA
MALATTIA
La causa prima
della malattia:
Il disturbo
energetico
L'equilibrio nel
corpo
Fig. 13. Gli elementi principali dell'organismo
I Sufi, al pari d'altri studiosi antichi, condividevano l'opinione
che il mondo intero è composto di quattro elementi, i quali possono essere
coscientemente approfonditi dall'uomo: terra, fuoco, acqua e aria. Nella mia
patria lo sanno persino i bambini.
Si può affermare che un corpo è in armonia quando tutti i suoi elementi
sono equilibrati. Se qualcuno tra loro predomina, o, al contrario, non opera
sufficientemente, l'organismo intero è sconvolto. Simbolicamente, ogni elemento
rappresenta una delle parti del corpo umano (intendiamo tutta l'essenza
energetica della persona, non solamente l'involucro carnale).
La terra è il simbolo del corpo che comprende l'intero organismo: lo
scheletro, il cervello, il sistema nervoso, gli organi interni, il sangue, e
così via. Similmente alla superficie terrestre che è varia, anche il corpo
degli individui si differenzia tra l’uno e l’altro. In passato, i guaritori,
prima di intervenire, scoprivano se il corpo avesse più umidità o secchezza. In
base ai risultati diagnostici, si stabiliva il metodo di trattamento.
Il fuoco simboleggia l'anima. L'anima è considerata il mondo psichico della
persona: le emozioni, le idee, le sensazioni, l'ardore, l'umore, ecc... Se il
fuoco della passione brucia troppo vivacemente, non danneggia solo il corpo (la
terra), ma riempie anche con del fumo inutile l'aria (la ragione). La ragione
(le capacità intellettuali: memoria, attenzione, pensiero) diventa instabile,
vaga, mentre l'attività della persona diventa confusa, indecisa, inconcludente.
Quando il fuoco della passione si spegne, la persona cessa di essere un uomo di
per sé. Che pena!
L'acqua simboleggia la comprensione, la valutazione, il controllo. La luce
dell'acqua è il lume della consapevolezza. Essendo consapevoli delle passioni
incontenibili, degli incubi, degli errori, noi “spegniamo” in qualche modo il
nostro costituente “infuocato”. Una consapevolezza fluida armonizza
l'attenzione dell'attività corporea e attribuisce all’intelligenza (l’aria), la
freschezza e la vita. Qual è la conclusione?
Sviluppando la consapevolezza, compiendo delle azioni premurosamente e
riflettendo, nutriamo il corpo, puliamo la ragione e pacifichiamo l'anima. Si
raggiunge così l'equilibrio. Forse, adesso il lettore capirà perché l’autore si
preoccupa sempre della consapevolezza d’ogni respiro. È comprensibile che il
lettore voglia discutere e criticare tutto, oltre a non fare gli esercizi come
sono stati descritti esattamente. Il Nafs (anima) non permette di fare le cose
come si deve!
L'autore di questo libro proviene dall'Asia Centrale (Uzbekistan). Sapete
perché abbiamo l'oro più puro? Perché le stagioni a questo parallelo sono
equilibrate, durano tre mesi. In altre zone, si ha che l'inverno, l'autunno o
l'estate sia più lunga di un’altra stagione (e per alcuni è una primavera
perpetua). In questo modo, l'equilibrio è assente. La vita equilibrata non deve
essere una noia e il lavoro armonioso non deve essere inefficace. Una volta, un
miliardario rispose alla domanda di un giornalista sul motivo del suo successo:
“Io voglio semplicemente fare il mio business in modo armonico.”
Perciò, se la vostra attività principale rompe l'equilibrio totale dei
quattro elementi, abbiamo bisogno di adottare delle misure volte a ripristinare
l'armonia. Supponiamo che la vostra attività principale sia collegata
all'intelletto, alla ragione: voi siete alla ricerca di nuove aree di
marketing, di rinnovati clienti, trascorrete un sacco di tempo nella
comunicazione d'impresa, allora possiamo dire con certezza che in voi predomina
la sfera dell'aria. Il vento si scatena
nella testa (espressione russa). Questo vento giovanile infiamma il fuoco
delle passioni, mentre il suo fumo è simile ad una tenda che impedisce il
raggiungimento dello scopo. Il nostro fortunato imprenditore comincia a
dimenticare il compleanno della moglie, non presta più attenzione ai segnali
della malattia, non si rende più conto degli atti lodevoli e biasimevoli, ed
infine, affronta, Dio non voglia, una tragedia che è il risultato degli errori
commessi: si ha la rottura dell'equilibrio. La penale da pagare non è mai piccola.
Quando vi chiedete se è davvero possibile che il principale costituente sia
l'acqua, significa che avete già raggiunto una certa consapevolezza. “Avete
imparato a scuola che la vita è apparsa con l'acqua?” Forse, non ne avete
sentito parlare, ma in Cina fin dall'antichità si accettava l'idea di costruire
le abitazioni presso le cascate, vicino ai piccoli ruscelli turbolenti, la cui
acqua scorresse da sinistra a destra. Se, invece, piccoli rivoli sono assenti
nelle vostre abitazioni, il ruolo del bacino può essere sostituito da quadri,
sfondi tappezzati, foto o qualcosa d'altro, che rappresenti simbolicamente
l'acqua. L'acqua tempestosa rappresenta la viva consapevolezza, invece è la
muffa dello stagno paludoso che vi fa venire la voglia di tapparvi il naso.
Per quanto riguarda la coscienza (vale a dire l'acqua), bisogna ricordare
che la proprietà di controllo e le interpretazioni dipendono in larga misura
dalle condizioni e dalle situazioni. Alle basse temperature l'acqua gela. Lo
stesso vale per la vostra coscienza, se il fuoco dell'anima si spegne, si
trasformerà in un pezzo di ghiaccio. Ricordate la favola dello scrittore Danese
Hans Christian Andersen la “Regina delle nevi?” Il bambino Kay non poteva
scrivere la parola “eternità”, perché il fuoco della sua anima era spento: per
lui le rose erano semplicemente delle piante, e la nonna semplicemente una
vecchia donna.
Le persone che hanno un controllo eccessivo della ragione spengono l'anima,
perciò gli si può proporre un metodo chiamato “Giorno alternativo” (vedi
capitolo “Il sesto giorno”). Altrimenti, alla fine, questi soggetti come Kay,
sperimenteranno il dolore e la perdita di coscienza. La natura aborrisce la
disarmonia.
Nella tradizione Sufi, questi quattro elementi simboleggiano anche alcune
parti del corpo. La terra è la pelle. È necessario nutrire la pelle. Pertanto,
mattino e sera, fate una doccia, e possibilmente fate dei bagni d’aria (esponete senza abiti il vostro corpo all’aria). Voi
sapete che una persona necessita non meno di 15 carezze ogni giorno, in pratica
ha bisogna del contatto fisico con altre persone: baci, pacche sulle spalle,
carezze sulla testa, abbracci, ecc... Se la pelle non ricevere un'alimentazione
adeguata, spetta a me, prendermi cura degli imprenditori e delle commesse!
Il fuoco è il cuore. L’aria e il combustibile sono necessari per il fuoco.
Chi indovinerà cos'è il combustibile? Ah, sì, certo, voi pensate solo a
mangiare. Non solo di filetto di carne vive l'uomo! Dobbiamo fare gli esercizi
fisici, che coinvolgono tutti i muscoli, non solo l'intestino crasso, ma, se il
fuoco è troppo forte può incendiare il corpo! Dovete accontentarvi di poco per
lungo tempo: dal cibo ai movimenti fisici.
L'acqua sono le ossa, lo scheletro. Direte, come si può paragonare l'acqua
alle ossa? Essa è liquida, mentre le ossa sono solide. Sono i vostri argomenti
ad esser liquidi, non l'acqua. L'acqua è fluida, flessibile, accomodante. Ma a
bassa temperatura congela e scricchiola. Sentite qualche volta come i ghiacci
scricchiolano al gelo? Ugualmente, le articolazioni del programmatore
crocchiano quando decide di bere un caffè alzandosi dal computer. Dall’acqua
sorge la palude, così anche le vostre articolazioni hanno bisogno di movimento
per non scricchiolare. Anche dei semplici esercizi delle dita rinforzano la
spina dorsale (vedi capitolo sugli esercizi riabilitativi)!
Che cosa resta ancora nel vostro corpo? L'aria che secondo i Sufi
corrisponde al cervello! Se l'aria è in fase d’alta pressione atmosferica, la
respirazione diventa faticosa ed è più difficile vivere, nello stesso tempo
scompaiono pensieri e idee. Il fuoco (il cuore) brucia debolmente e arrivano
tutti i mali. Quando la persona è stressata da tanto tempo si alza la pressione
che “batte” sulla ghiandola tiroidea, poi sul pancreas, ed infine il segnale è
trasmesso al cervello e all’intero organismo. Si può osservare che nelle
situazioni di stress si avverte un “groppo alla gola”, che intralcia la
respirazione facendo scomparire la voce.
Se in una persona c'è poca umidità e vi è secchezza, il suo aspetto sarà
affaticato e avrà le calorie insufficienti come nelle persone di natura calda.
Per armonizzarsi gli saranno necessari il cibo umido, i liquidi ed i prodotti
freddi.
Nella persona tutto è interdipendente. Ogni volta che esageriamo in qualcosa,
quest’atto si ripercuote nell'organismo intero. La nostra natura peccaminosa
chiamata Nafs, viola costantemente l'equilibrio, ma siamo potenzialmente in
grado di non aggravare il processo distruttivo.
La seconda ragione della
malattia – il Nafs
Il Nafs è la persona stessa, è la sua anima animale, o meglio, la parte che
si collega alle passioni terrene.
Quando siamo invidiosi, diventiamo irritabili e ci sentiamo tormentati, ci
ammaliamo, siamo arrabbiati e percepiamo le emozioni che tolgono molte forze,
la nostra energia. Tutto ciò è il risultato dell'attività del Nafs. Si può
affermare che il Nafs appartenga all'uomo, altresì non si può sostenere che il
Nafs sia un nostro componente necessario. Se affermo che il Nafs è la persona
stessa, è la verità. Ma se sostengo che il Nafs sia qualcosa di diverso dalla
persona, si tratta anche di una conclusione affidabile. Posso affermare che il
Nafs contraddice l'esordio Divino concluso nella persona.
Comprenderete il Nafs nel momento in cui vi renderete conto che pensate
molto al profitto personale, o quando siete pigri, o se avete del rancore verso
qualcuno. I Sufi credono che nella persona ci siano tre componenti essenziali:
il Nafs, la ragione e la fede in Dio. Se il Nafs predomina nella persona, la
ragione agisce commettendo degli errori, mentre la fede è una formalità che
rappresenta rituali insensati.
Il Nafs è una tappa necessaria dello sviluppo spirituale dell'uomo. Esiste,
come già sapete dal libro sulle stazioni, la cosiddetta stazione del Nafs: in essa
il ricercatore risolve i problemi connessi al dispendio energetico eccessivo
causato dalle idee negative e dalle emozioni. Il Sufi impara ad ottimizzare il
risparmio energetico, poiché è l'essenza del dono di Dio, che bisogna
moltiplicare e non sprecare.
Il Nafs può essere immaginato come un uccello con due ali. La prima ala è un sogno, mentre la seconda è
il cibo. Quando le ali (o almeno una di loro) scompaiono o s’indeboliscono
considerevolmente, il Nafs non può “volare” e “cade”. È proprio questo il senso
del digiuno che consiste di conservare l'energia Divina dalla violenza del
Nafs.
La terza ragione della malattia
L’atteggiamento sbagliato nei suoi confronti
Una
persona ammalata è un criminale
Punto
di vista Sufi
Forse
quest’epigrafe suona male, ma il crimine è sempre una violazione di qualche
legge stabilita dalla società, dallo Stato. La malattia è il risultato
dell'infrazione delle leggi naturali, i decreti stabiliti dall'Onnipotente Dio.
Da questo punto di vista, il paziente è un criminale! Egli, come anche il
criminale, è consapevole del suo crimine, vuole evitare la detenzione, ma
essendosi trovato nella prigione delle malattie e dei dolori, vuole essere
liberato! Il paradosso è che essendosi trovato libero, avendo ritrovato la
salute, la persona commette nuovamente dei gravi errori e diventa recidivo.
Se una persona
si ammala o invecchia prematuramente diviene un criminale. Se per qualche
ragione, l'abbigliamento inizia a rovinarsi, a sporcarsi o a strapparsi,
cerchiamo al più presto di ripararlo. Nel caso della malattia, di solito agiamo
diversamente non prestando attenzione ai primi sintomi della malattia e
rinviando normalmente il trattamento. Solo quando la patologia è conclamata,
iniziamo a suonare il campanello d'allarme. Bene, se hai letto queste righe
significa che desideri cambiare la tua situazione attuale.
Per quanto
possa sembrare crudele ai giorni nostri, ma anche anticamente, in Oriente le
persone malate sono considerate dei criminali; in pratica, hanno commesso un
crimine nei confronti di Dio. C'erano delle motivazioni alla base di questo
ragionamento. La malattia era ritenuta la conseguenza di una scorrettezza o di
un comportamento non appropriato per la natura Divina, una conseguenza del
peccato. Le persone che circondavano l’ammalato non conoscevano le cause
fisiologiche della malattia, ma la percepivano come una prova che Dio ha
assegnato all'uomo per la sua redenzione. Per il Sufi, espiare un peccato
significa armonizzare il rapporto con Dio e col mondo. L'ignoranza delle leggi
della vita non libera l'individuo dalle sue responsabilità, per questo il corpo
si ammala e peggiora il suo stato di salute.
Nella
rappresentazione di molta gente una vita sana è un insieme di riti noiosi, che
non consente lo “scatenamento delle passioni”, né di gioire “al massimo”,
ecc... Chi la pensa così, dimentica che anche l’esplosione delle passioni
gioiose è una sorta di rituale. Bisogna, quindi, distinguere tra i riti che
tolgono l’energia, la sensazione di prosperità ed il successo, e quelli che
conducono alla depressione e all'insoddisfazione.
Una persona
supposta malata, periodicamente sente dei dolori fisici o mentali, per questo
motivo vuole ricevere un particolare tipo d’amnistia, la redenzione dal
peccato. Succede che il pentimento non è sufficiente.
Di solito, le
persone sono spesso insoddisfatte e questo fa parte dell'ordine normale delle
cose. Guardando la gente opulenta, avente una progenie, un lavoro e dei
genitori in buona salute, dolce col proprio coniuge, vedo che nonostante ciò
sono profondamente infelici, diffidenti, eternamente piagnucolosi e
capricciosi, così ricordo ... le nozze Uzbeke!
Il matrimonio
Uzbeko è una gran festa popolosa. Se l'aggettivo popoloso vi ha fatto
immaginare cento o duecento persone, non avete capito di che cosa si tratta. Io
parlo veramente di un corteo popolare costituito a volte da più di duemila
invitati. Supponiamo che vi abbia invitato a nozze, ma vedendo una sola persona
arrivare mi sento profondamente offeso! Perché? Perché nei nostri costumi deve
assistere il maggior numero di persone. Pertanto, non dovete venire alla festa
nuziale da soli, ma anche portare con voi qualche conoscente!
In queste feste
animate si combinano spesso dei guai: qualcuno si rompe un dito, un altro
rivaleggia in qualche gara, qualcuno farà indigestione! Staranno male? Si!
Invece, la tasca del medico sarà in buona salute!
Ai matrimoni
Uzbeki, la gente porta sempre dei regali e lascia la festa colma di doni.
Succede, talvolta, che qualcuno non gradisca il regalo ricevuto. Il padrone
offre ad ogni ospite un montone, che sia una persona cara o meno. Andrà tutto
bene? Purtroppo no! Può capitare che un montone abbia un lacciolo corto che non
permette al beneficiario di ammansirlo facilmente... Ecco, sentendosi offeso
quest’ospite ruba un cucchiaio dalla tavola. Questo caso dimostra ancora una
volta che certa gente non accontentandosi della grazia ricevuta pecchi, e paghi
di conseguenza queste trasgressioni con le malattie, le sventure e i turbamenti
negativi.
In ogni
situazione, anche la più piacevole, possono accadere eventi avversi,
destabilizzanti.
Una donna andò da un medico lamentandosi per una brutta
cicatrice sulla schiena, che aveva contratto in un campeggio per bambini,
cadendo durante una partita di pallavolo. Inoltre, ha lamentato l'eccesso di
peso, la pressione alta, i dolori cardiaci, la mancanza di respiro e i disturbi
della sfera sessuale. Il medico avendo esaminato attentamente una serie di
sintomi ha prescritto una cura. Dopo aver seguito il trattamento, la paziente
ha normalizzato la pressione, il cuore è guarito, il ritmo respiratorio si è
ristabilito, il sovrappeso è scomparso, ma la cicatrice sul dorso è rimasta.
Che ne pensate? Il suo dispiacere era al massimo, come mai? Ha pagato
inutilmente la visita? Si è lamentato anche suo marito, che essendosi recato
dal medico, ha chiesto un risarcimento morale e materiale. Il marito,
naturalmente, non era soddisfatto che la moglie avesse sempre la cicatrice!
La gente tendenzialmente nota tutto ciò che è negativo
attorno a lei, ed ignora quello che è buono. Talvolta, quest’atteggiamento
causa la malattia.
Il processo di recupero non può essere semplice e sereno.
Di norma, il periodo di miglioramento della salute dopo l'inizio di un
trattamento (o un completo di cure salutari) è seguito da un periodo
d’aggravamento. Attualmente, nella Comunità degli Stati Indipendenti (ex-Unione
Sovietica) si pubblicizzano un sacco di tecniche di guarigione, e grazie a Dio,
la gente vuole essere sana, che di per sé è una cosa molto buona. Un vasto
pubblico frequenta i corsi e quando sentono il miglioramento, ringraziano il
guaritore, ma dopo una settimana o un mese, percepiscono le stesse sensazioni
fastidiose. Temendo il ritorno della malattia si ammalano nuovamente.
In sintesi, è necessario comprendere la natura di
quest'aggravamento. È il segno di ripresa dell'organismo malato, è una reazione
normale. Bisogna essere pronti ad ogni svolta degli eventi, quindi,
probabilmente, questa fase sarebbe solo una tappa sulla via della guarigione,
piuttosto che il ritorno alla malattia. Una persona è influenzata da tutto ciò
che la circonda: le persone, le parole, le idee, i pensieri personali, la
relazione con avvenimenti a lui esterni ed interni. Questi pensieri e
sentimenti svolgono anche un ruolo nel processo di recupero. Questo deve essere
ricordato.
Ad esempio, la postura della persona dipende
sensibilmente dal suo umore e dal suo stato psichico. Sui dischi
intervertebrali vi è una pressione costante (il peso del corpo, il movimento,
ecc...). L'umore dell'essere umano o qualche malattia agisce anche sulla spina
dorsale. Il cattivo umore ne aumenta la pressione, e la sua lunghezza
diminuisce per la compressione dei dischi (fino a 2 centimetri!). Una giornata
di fastidi accorcia la lunghezza della colonna vertebrale e la vita dell'uomo!
È pertanto necessario orientare lo stato di salute,
adeguandolo su qualcosa di buono e giusto, anche se tutt'intorno si pensi il
contrario.
Una volta un Sufi offese sua moglie, la quale mentre andava
via in lacrime incontrò un amico. Notando le lacrime sul viso della donna,
domandò: “Che cosa è successo? Che cosa avete mia cara?” La donna si asciugò
rapidamente le lacrime e rispose: “Nulla, sono lacrime di gioia.” Dopo aver
sorriso al suo interlocutore, proseguì per la sua strada.
Le cattive abitudini
Siamo noi stessi a creare le
cattive abitudini
Sotto l'influenza di svariate condizioni, spesso avverse,
si formano le nostre abitudini. Quando l'abitudine è formata, è molto difficile
cambiarla. In tal modo, la tendenza all'autodanneggiamento dipende dal tipo di
coltivazione, poiché la persona sviluppa una malattia (in questo v'è “il
merito” del serpente-tentatore) associata ad una piacevole sensazione nello
stesso tempo. In psicologia, l'abitudine è definita l'azione irrealizzata
incosciente diretta alla soddisfazione di qualche bisogno mentre si accompagna
ad uno sfondo emotivo.
Ecco un esempio. Un bambino impara a mangiare col
cucchiaio. Dapprima non ci riesce: tirerà troppo bruscamente colla mano il
cucchiaio, poi lo prenderà troppo vicino alla base del manico e verserà la
minestra prima di portarlo alla bocca. Accade che qualche volta riesca a
raggiungere la bocca! La situazione non è delle migliori: metà della zuppa è
versata sul pavimento, mentre l'altra metà sul tovagliolo. Ci sono i genitori
che per evitare eccessivi allarmismi (invece li aumentano) nutrono il proprio
bambino che sta seduto con le braccia conserte. Si crea così l'abitudine di
mangiare passivamente. Questa passività può condurre nel tempo a malattie di
stomaco, all’incertezza e all’infantilismo. Questo avviene perché si è formata
l'abitudine: “Ho piacere di assumere il cibo quando qualcun altro lo fa per
me”.
Il genitore che ha l'abitudine di urlare e accusare ogni
volta il bambino, formerà in lui un sentimento di colpa e vergogna durante il
processo d’accettazione del cibo. Per questo motivo, svilupperà le ulcere e
così via.
Il metodo ottimo per il padre e la madre è di mostrare
pazientemente al bambino come tenere il cucchiaio, correggerlo delicatamente ed
incoraggiarlo.
Chi non ha un'esperienza nell’educazione dei bambini,
considera quest'esempio insignificante, invece i genitori dei bambini piccoli
mi comprenderanno!
Un altro esempio di cattiva abitudine riguarda i mancini.
Il nostro mondo è destrorso. Nella maggior parte delle aule scolastiche da dove
viene la luce? Regolarmente da sinistra. Questo è più comodo per i destrorsi.
Lo stessa regola riguarda l'ubicazione delle maniglie delle porte. Il bambino
mancino si deve costantemente adattare ad un ambiente sociale non del tutto
amichevole. In questo modo, “può generarsi un'abitudine all'estraneità dal
mondo”. Naturalmente, l'organismo non deve adattarsi ai costumi! L'informazione
negativa, quindi, corrode le varie parti del corpo, e di conseguenza causa la
malattia...
I nostri esempi di psicologia infantile sono
comprensibili per un bambino, però non è chiaro perché gli adulti accarezzino
queste stesse cattive abitudini. Ah, la mia amata ulcera! Come faccio senza di
te?
Dio ha dato all'uomo il libero arbitrio. Pertanto, in
presenza di condizioni favorevoli o sfavorevoli, siamo responsabili del nostro
atteggiamento di fronte al mondo e alla gente, per le nostre azioni. La
malattia segnala che siamo arrivati irresponsabilmente in questa situazione
seguendo abitudini di cattivo gusto.
Ricordiamo che siamo noi a creare il nostro mondo. Noi
creiamo, pianificando le nostre azioni, prendendo delle decisioni, valutando.
Sicuramente, commettiamo degli errori. Ma noi, con l'aiuto di Dio, decidiamo di
vivere, portando nel corpo l'errore materializzato, oppure possiamo risolvere
quest’errore sbarazzandoci del Nafs! Siamo noi ad introdurre l'ospite
indesiderato in casa, e poi non sappiamo come liberarci di lui, addirittura
pensiamo di scappare dalla nostra stessa casa!
I Sufi e i disturbi mentali
Non sempre una malattia si manifesta sul piano fisico. La
sfera psichica spesso è sofferente. Può trattarsi di nevrosi, psicopatia, è un
problema difficile, ed io vorrei concentrarmi meglio sui dettagli. Tuttavia,
poniamo la domanda seguente: se i Sufi non proponessero metodi di guarigione
delle malattie mentali, perché si narrano delle storie sulla vita degli jurodivy (il folle di Dio, centrale
nella cultura popolare russa, è una marionetta tirata da invisibili fili,
costretta ad eseguire azioni di cui non sempre comprende il senso)? La risposta
è semplice. Le persone con la mentalità differente, e più precisamente, con
delle capacità intellettuali e mentali diverse dagli altri, le cui parole sono
a noi spesso incomprensibili, ci arrecano sofferenza. Essi percepiscono il
mondo in modo diverso, con loro bisogna parlare diversamente, ed infine, essi
possono vedere e sentire ciò che a voi è inaccessibile. È facile mantenersi
tranquilli quando ci si confronta con loro? Senza equilibrio mentale non si può
pensare ad uno stile di vita sano. Ad ogni modo, ogni persona bizzarra che
talvolta causa irritazione in noi, è, per così dire, un jurodivy di bassa qualità, ed accettarlo non è facile. Per tale
ragione, nei nostri seminari sono molte le domande legate a quest’aspetto della
vita.
Qual è il rapporto tra i Sufi e le deviazioni mentali? Al
pari d’altri fenomeni della vita umana, i Sufi non hanno delle relazioni
univoche con le malattie mentali. Tutto dipende da come le frustrazioni si
manifestano e per quali ragioni.
Per esempio, se in Oriente una persona nasceva anormale,
si riteneva che non potesse guarire. Infatti, la moderna psichiatria non ha
fatto nessun progresso per correggere la demenza congenita. I Sufi, a tempo
debito, hanno classificato le persone per quanto fosse possibile, e utilizzando
la terminologia occidentale hanno suddiviso i malati di mente.
·
Ulus
Adam. È una persona (uomo o donna) nata normale, ma è cresciuta in condizioni
di completo isolamento dalle informazioni. La maggior parte del tempo la passa
rivolta su sé stessa.
·
Majnun
Adam. L'uomo che dalla nascita è molto deficitario nell’assimilare
informazioni. In Occidente, è definito individuo dallo sviluppo intellettuale
ritardato. Apprendono lentamente i programmi scolastici, si distinguono per
scarsa memoria e attenzione. Il caso più grave è l’oligofrenia (demenza
congenita).
·
Yavvoyi
Adam. L'uomo che è cresciuto tra il mondo animale. È un selvaggio che non ha
sviluppato la facoltà di parola e non ha alcuna possibilità di ritornare nella
società umana. Mowgli è il personaggio di una favola, la natura non conosce
questi casi. L'uomo è una creatura sociale, e non esiste al di fuori della
società.
·
Samavy
Adam. È l'uomo sensibile all'informazione spaziale. È la persona che percepisce
i segnali provenienti dall'altro mondo ed in base ad essi prende delle
decisioni. L'uomo dalle facoltà normali è chiamato dai Sufi, Adamo. Questo
comune Adamo è in grado di acquisire qualsiasi informazione e può essere educato
nelle comuni discipline.
I Sufi credono che se una persona è nata con qualche
menomazione, si tratta di una decisione Divina. Significa, inoltre, che Dio ha
voluto impartire una lezione agli uomini con l'esistenza dei matti. Le persone con
i disturbi mentali devono essere rispettate, ma non devono essere derise, né
essere oggetto di dispiacere.
Secondo i Sufi, una persona che si ammala di disturbi
mentali dopo il 12 anno d’età, ha una possibilità di correzione. In Oriente, il
dodicesimo anno d’età è considerato cruciale. Se fino a 12 anni una persona è
stata consigliata, incoraggiata, guidata, dopo il dodicesimo anno l'adolescente
può essere punito se ha violato qualche disposizione. Il ragazzo, dopo l'età
indicata deve partecipare alla vita pubblica ed assumersi le sue
responsabilità. Se un individuo dopo i 12 anni perde la ragione, da un lato, si
svincola dalle esigenze sociali, dall'altro, è necessario curarlo,
eventualmente.
Per esempio, uno dei metodi di trattamento consiste che
quattro Sufi aventi una speciale preparazione, si seggano attorno al paziente
leggendo 40 volte specifiche Sure del Corano, poi per circa tre ore eseguono la
procedura di pulizia, la cui descrizione è strettamente impossibile.
Dall'esterno la seduta appare in questo modo: quattro persone sono sedute
intorno ad un solo individuo e a differenti intervalli pronunciano espirando la
parola “suf” (che significa "purezza"). Dopo questa procedura si
assiste solitamente ad un miglioramento.
Le persone
disturbate mentalmente sono anche portate nei luoghi santi, nei quali le loro
condizioni migliorano. Per esempio, in Uzbekistan, nella provincia di Jizzakh
(detta anche Jizzax, Djizak; in Russo:
Джизак), c'è il sito sacro di Usmat, in cui
i malati provano giovamento.
I Sufi ritengono che l'aumento dei disturbi mentali è
causato dall'imperfezione morale della società. Nei villaggi, in cui le persone
si conoscono, osservano i costumi tradizionali e conducono uno stile di vita
approvato dalla società, non accadono casi di disturbi mentali. Anche le
nevrosi, un fenomeno normale per la cultura urbana, non si trovano nelle
regioni montagnose della mia patria.
Accade che l'equilibrio mentale delle persone è infranto
a causa dell'eccessivo carico intellettuale. Essere un Sufi significa condurre
una vita intellettuale attiva, perciò un padre Sufi non insegnerà l'arte al
figlio se avrà l'impressione che non è in grado di farsene carico. Perché?
Tra i pazzi, ci sono delle persone che in Russia sono
dette jurodivy; da una parte,
sembrano anormali, d'altra, sono rispettati per la loro sacralità, si ascolta
ciò che dicono e si osservano con attenzione le loro azioni.
Nell'area di Bakhmal tutti conoscono un uomo chiamato
Azam Khan. Ha l'aspetto di un uomo di 65-66 anni. Cammina a passo spedito,
impetuosamente, talvolta girandosi di scatto all'indietro. Sebbene sembri
anormale, nessuno parla male di lui, perché ognuno conosce le sue straordinarie
capacità. Inoltre, tutti si alzano in piedi alla comparsa di Azam Khan e lo
salutano rispettosamente. Quando compivo i doveri di Imam Khatib (sacerdoti che
guidano la preghiera del venerdì nel culto islamico) in questa provincia, mi
aiutava. Una volta si è verificato un caso.
Azam Khan gironzolava nel mercato con un bastone tra le
mani. Non si separava mai da questo bastone per un minuto. Si trattava di
un’asta che raggiungeva quasi l'altezza di un uomo, cui erano agganciati dei
brandelli di tessuto variopinti. Se Azam Khan avesse colpito qualcuno con
questa mazza sarebbe equivalso ad una maledizione, ed i flagelli uno dopo
l'altro si sarebbero abbattuti su questa persona. Improvvisamente, Azam Khan
accorre presso un motociclo “Ural” e lo rompe a pezzi col suo bastone. La gente
che lo circondava restò perplessa. Anch'io lo fui.
Perché hai fatto questo? Domandai ad un tremolante Azam
Khan.
Questa è la motocicletta di un individuo che ha rubato
recentemente un montone, mi rispose.
Allora chiesi di condurmi il proprietario della
moto-sidecar “Ural”. Quando giunse, anche se non c'era nessuno, era agitato, e
non osava guardare negli occhi di Azam Khan. Presi con entrambe le mani il
bastone del mio compagno affinché non potesse servirsene.
In Oriente, il furto compiuto particolarmente nei
confronti dei vicini, è considerato un gran peccato.
- Prendete tutti i miei soldi, disse il criminale
tendendo il borsello. Dall’aspetto del suo portafogli si capiva che la perdita
di questo motociclo “Ural” non costituiva un gran danno per le sue tasche.
- Se troverai il proprietario del montone, restituiscigli
il denaro, gli intimai. Ma se in un mese non lo trovi, consegna i soldi alla
moschea.
Un mese più tardi, il ladro venne alla moschea portando
il denaro, ma senza aver trovato la persona cui aveva rubato il montone. Era il
primo passo per la risoluzione del suo sbaglio.
Altri casi simili di chiaroveggenza manifestati da Azam
Khan erano numerosi.
Una volta, di buon mattino, io e Azam Khan uscimmo da
casa per andare in automobile in un villaggio lontano. Quando mi avvicinai al
veicolo, Azam Khan improvvisamente gettò il suo bastone davanti a me dicendo,
fermati!
-
Che
cosa c’è Azam Khan? Domandai.
Dato che non rispose, rimasi in piedi per qualche minuto
indeciso. Ricordai che in casa c'erano delle quisquilie da prendere. Mi recai
nell'abitazione. Nella casa sentii che una donna ad alta voce mi chiamava da
fuori. Accadde che suo fratello Hazrat qualche minuto addietro aveva avuto le
vertigini ed il sangue gli era andato in gola. La stessa donna non era del
posto, non conosceva i locali, lei e suo fratello avevano trascorso la notte in
una locanda. In questa regione, le vetture passano raramente ed eravamo di buon
ora. Se non fosse stata per la mia macchina, avrebbe dovuto cercarne un’altra
per molto tempo. Dopo aver fornito l'assistenza necessaria, portai Hazrat
all'ospedale. Se Azam Khan non mi avesse fermato, saremmo partiti prima che la
donna si fosse avvicinata alla mia auto.
All'infuori dei casi d’aiuto resi ad altre persone, la
chiaroveggenza di Azam Khan si manifestava nelle situazioni quotidiane della
vita. Per esempio, una volta non si avviava la mia vettura, e subito dopo il
motore si è guastato. Azam Khan mi allungò del nastro isolante ed un coltello.
Misi subito questi oggetti in tasca e controllai cos'era successo al motore.
Costatai che il cablaggio era consumato, quindi il coltello ed il nastro
isolante mi erano proprio necessari. Dall'interno della vettura, il sorridente
Azam Khan mi guardava astutamente.
- Ebbene, ho indovinato?
Evidentemente, non sempre le malattie mentali indicano
che una persona sia deficiente. Talvolta, lo stato superiore di un altro essere
umano ci appare un comportamento anomalo. Ci sono alcune persone, come Azam
Khan, che bisogna osservare attentamente e senza la presunzione di ritenersi
saggi. Nonostante le anomalie esteriori, questi soggetti compiono tutte le
prescrizioni religiose, non si trascurano, e se le loro azioni sono anormali,
in seguito acquisiscono un senso.
In qualche modo, Azam Khan dichiarò: “Domani mi vestirò
più semplicemente ed in maniera più modesta”.
- Perché? - Domandai.
- Recentemente, la gente mi guarda con troppa attenzione:
mi ossequiano e mi offrono molto denaro. È una brutta cosa.
Dovete confermare che molto inaspettatamente si possono
sentire frasi di questo tipo da un qualsiasi uomo. Chi è più normale noi o lui?
Tuttavia, esiste una predisposizione genetica per le
malattie mentali. Non è senza ragione che nelle zone di montagna, prima del
matrimonio si ricerca in dettaglio l'origine di entrambi i fidanzati: cioè se
nell'albero genealogico vi siano assassini, criminali, pazzi, empi. Per
esempio, è noto che chi non si controlla è esposto alle emozioni e alle crisi
di nervi, ed ha un aumento di serotonina nel sangue. In Oriente, per questo tipo di malattie c'è
un nome, saratan, in altre parole significa l'incapacità della persona di
dominarsi. Non esistono cure per queste persone. Tuttavia, non possiamo
rifiutarli, hanno delle possibilità di correzione. Per correzione, s’intende la
coscienza e sicuramente la preghiera (cioè, devono essere consapevoli della
loro malattia ed usare la preghiera come metodo di guarigione). Avendo
elaborato coscientemente le loro stesse caratteristiche, queste persone
potrebbero eliminare gli eccessi di collera improvvisi e le passioni.
Così, i Sufi non reputano le malattie nervose e mentali
in maniera negativa.
Per quanto riguarda lo stress ed i disturbi nervosi, i
Sufi si accostano ad essi come per altre malattie, complessivamente.